“Fare dell’anarchia una tensione scientista,programmatica e programmata, nonché organizzata, sta rendendo quest’ultima sempre più simile al cancro marxista.Scopritore di nuove catene, in nome della rivoluzione nuova civiltà, nuove istituzioni, nuova morale, nuova umanità.

L’IO soggiogato dai malanni comunitari, identità e violenza cognitiva: la spocchia di rinchiudere i desideri dell’io in una forma o in una moltitudine: il “proletariato”, gli/le sfruttatx.

Il comunismo anarchico, positivista, organizzatore o federato, è pregno di realismo febbricitante.

Poi, sulle rive di questa fumosa oscenità, vi è l’ego irridente, refrattario e solitario che sogghigna del traboccante umanitarismo in cui verte l’anarchia organizzata, che sempre più spesso si macchia di quel rosso autoritario.
Del resto, non vi può esistere militante nella tensione Anarchia individuale e nichilista, non c’è nessun fine, non esiste la destinazione, non vi è Fede.”  

                       Leo Souvarine