Ricevo e pubblico.

Non diamo solidarietà a chi collabora con i fascisti, a chi si vende ai giornalisti e al potere, sfruttando la liberazione animale per soddisfare le proprie manie di protagonismo e gonfiare il proprio ego. Non diamo solidarietà a chi, servilmente prostrandosi di fronte ai tribunali e alle istituzioni, prega che i centri di potere, dall’alto della loro “magnanimità”, donino l’assoluzione, così riconoscendo la non-potenzialità insurrezionale della liberazione animale.

Non siamo solidali a chi vuole fare della liberazione animale un movimento interno al potere con re, sudditi e prigionieri. Senza liberazione umana non ci sarà mai liberazione animale. Uscire da una galera di stato per tornare a vivere una vita tranquilla, con sorrisi sgargianti mostrati davanti a telecamere e microfoni, nella grande galera che è la società non libera nessuno. Serve soltanto ad aiutare il potere a stringere la catena attorno al collo di ogni individuo umano e non e gli permette di ottenere per altro grande popolarità, mostrandosi come un buon padre che dopo il bastone offre la carota.

L’azione contro gli stabulari di Farmacologia dell’Università di Milano sarebbe potuta essere un’occasione per opporci allo stato, ai suoi servi, alle sue galere e ai suoi magistrati fascisti, ma ancora una volta il “movimento animalista” ha voluto prendere le distanze da chi lotta per un mondo di liberi ed eguali.

Quest’occasione è andata in fumo,

ma dove voi siete fumo, noi saremo fuoco.

 

CONTRO OGNI STATO, GALERA, TRIBUNALE, TELECAMERA E GABBIA

 

Alcuni anarchici