“Non ci interessano fandonie preveggenti sulla rivoluzione o sull’insurrezione. Non dobbiamo ragionare nel “fare la guerra” militare, né la guerra civile come fine o mezzo (che può essere un inevitabile corso degli eventi), ma la rivoluzione anarchica. Bisogna rivoltarsi. Gli anarchici non sono immuni alla cancrena della politica e dell’autoritarismo, né tanto meno al compromesso opportunista ed ai riformismi. Il nostro agire e quello che facciamo cambiano le cose e nell’atto violento e rivoluzionario, che ci si augura sconquasserà ogni cosa, nulla resterà come era prima e in questo c’è speranza, desiderio, non vi è

fallimento o sconfitta esistenziale”