Nikos Maziotis e Pola Roupa (che è stata arrestata questa mattina) hanno iniziato uno sciopero della fame e della sete per esigere che il loro figlio di sei anni –che è stato arrestato questa mattina contemporaneamente all’arresto di Pola e di altre tre persone- sia affidato alla famiglia di Pola. Le dichiarazioni di Pola e Nikos sono state tradotte sui social network (grazie al traduttore).
Dichiarazione di Pola
Io sono e sarò fino alla mia morte, senza pentimento, nemica del sistema. Costoro, ora hanno messo il bambino in mezzo a questa guerra e lo utilizzano come rappresaglia per vendicarsi ancor più di me. Costoro hanno rapito il mio bambino e io non so dove si trovi da questa mattina, quando siamo stati arrestati. Noi siamo in guerra. Questo è un dato di fatto. Tuttavia il fatto di fare la guerra a mio figlio rifiutandosi di portarmelo, rifiutandosi che io lo veda e rifiutandosi di consegnarlo immediatamente alla mia famiglia e minacciando di consegnarlo ad un istituto costituito è il fatto più miserabile di questa guerra. Coloro che appartengono ai meccanismi di stato sono immondizia, perché combattono un bambino di sei anni. E io voglio dichiarare che inizio immediatamente uno sciopero della fame e della sete allo scopo che il bambino venga consegnato a mia madre e mia sorella. Per ciò che mi riguarda, io resto loro nemico fino alla mia morte, costoro non riusciranno mai a piegarmi. Viva la rivoluzione.
Dichiarazione di Nikos
Dopo l’arresto di Pola Roupa, il giudice per l’infanzia Nikoulou ha rifiutato di assegnare la custodia del nostro figlio di 6 anni ai familiari di Pola impedendo inoltre loro di vederlo e senza portare a conoscenza del nostro avvocato in quale posto egli si trovi. Sostanzialmente, lo stato ha rapito nostro figlio, vendicandosi di noi per la scelta che abbiamo fatto, la scelta della lotta armata. Gli infami organi di stato, gli scagnozzi dei creditori di stato, del memorandum legale e costituzionale, si sono presi un bambino di 6 anni per vendicarsi di noi, perché abbiamo scelto di praticare la lotta armata, perché noi non ci siamo arresi a gettare noi stessi in prigione, perché siamo entrati in clandestinità e perché ci siamo opposti a questa appendice della Banca Centrale Europea, la Banca Nazionale di Grecia oltre che ufficio di rappresentanza permanente del FMI.
Le pratiche del giudice Nikolou sono simili a quelle di tempi passati, come al tempo dei “Paidoupoleis”* della regina Fredérika nei confronti dei figli dei partigiani durante la guerra civile. Nostro figlio è figlio di due rivoluzionari ed è molto fiero dei propri genitori. Nessun ricatto ci farà piegare. Noi difendiamo le nostre scelte attraverso la nostra stessa vita.
A partire da oggi, io comincio uno sciopero della fame e della sete assieme alla mia compagna, per esigere che nostro figlio sia affidato alla sua famiglia.
La rivoluzione armata dal basso è l’unica soluzione possibile.
* I “παιδουπόλεις της Φρειδερίκης » furono degli organismi creati dalla regina Frederika nel 1947 nei quali furono portati molti figli di partigiani, tra gli altri.