Sono cominciati i primi trasferimenti.

Danilo Cremonese, Str. delle Campore, 32  –  05100 Terni TR

Valentina Speziale, Via Aspromonte, 100, 04100 Latina LT

A quanto pare la nuova ondata di arresti, unita alla infame abitudine della procura di Torino di imporre agli anarchici su cui indaga il divieto di incontro, ha “costretto” il DAP a rivedere in parte la politica sull’Alta Sicurezza in vigore dal 2009. Infatti il regime di AS2 riservato ai detenuti politici, fino ad ora era suddiviso al suo interno in aree di appartenenza ideologica, relativamente rigide, per quanto possa esserlo le categorie politiche di questi amministratori di carne umana.  Danilo e Valentina invece sono stati spostati in carceri dove al momento erano detenuti i prigionieri comunisti, in genere rinchiusi dagli anni ’80.

E’ probabile ci saranno altri trasferimenti nei prossimi giorni, spesso avvengono nei finesettimana per rallentare la solidarietà e impedire al prigioniero di spedire telegrammi fino al lunedì e quindi comunicare dove si trova.

Anche Alfredo e Nicola, sono isolati fra loro nel carcere di Ferrara. Alfredo era tenuto in isolamento sin dal 30 agosto quando, in solidarietà con le condanne delle CCF per il tentativo di evasione da Koridallos, aveva sfondato il vetro divisorio dell’area colloqui. E in isolamento è rimasto, per evitare contatti con Nicola. Non sappiamo invece se Nicola si trova ancora in isolamento in cella, come avviene nei primi giorni dopo un arresto, almeno fino al primo interrogatorio.

Avvertiamo inoltre che l’esimio dottor Sparagna, non ancora saziato dalla sua sete di carcere, avrebbe fatto appello al Riesame per chiedere l’arresto di altri compagni o di altre compagne, per i quali il GIP non avrebbe disposto la carcerazione la mattina del 6 settembre, come invece avrebbe voluto la procura.

Il Riesame fatto dalle difese, invece, avrebbe fatto cadere alcune delle accuse, senza però determinare la scarcerazione.

Praticamente tutti gli arrestati e le arrestate stanno subendo forti ritardi nel ricevere la posta, mentre molte lettere vengono censurate – in parte o del tutto – e altre non arrivano a destinazione. Così come non vengono concessi ancora i colloqui, nemmeno ai figli.

Comunichiamo queste notizie non per lagnarcene, ma per stimolare la giusta rabbia.

Non permettiamo allo Stato di isolare i nostri fratelli e le nostre sorelle.